We’re only in it for Frank. 20 anni senza FZ, 20 anni con FZ.

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We’re only in it for Frank. 20 anni senza FZ, 20 anni con FZ.

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Difficile. Difficilissimo. Scrivere qualche cosa su Frank. Ma bisogna. Rido, perché tra i buoni propositi per il nuovo anno, mordacemente, volevo scrivere da qualche parte (facilmente solo su facebook) anche di non leggere mai più scrittori che scrivano frasi di una sola parola, come ho appena fatto. Mordace, il gran mordace era lui, Frank. E uno dei primi pensieri sulla morte, per me, nel 1993, sulla morte vera intendo: quella degli altri, e quella dei Maestri. Erano passati pochi anni dalla prima audiocassetta di Frank, registratami dal supplente di italiano delle scuole medie: Marco Bazzoli, zappiano, autore qualche anno dopo di Frank Zappa, compositore americano, edito da Auditorium. Si trattava dell’album dal vivo You can’t do that on stage anymore SAMPLER. Mi folgorarono The torture never stops e The evil prince. Per me adolescente FZ era soltanto un rocker tirato in ballo da Cavezzali che su Lupo Alberto tratteggiava a colpi di discutibile sarcasmo la sua storia del rock… Poi, ricordo come fosse ora, lessi in occasione della morte numerosi articoli più o meno agiografici. Mi ricordo benissimo mio papà, non certo zappiano, che mi disse: “Ah, adesso che è morto non è più scadaloso?!”. E poi quella splendida intervista ripescata da Guitar Club, in cui FZ spiegava il suo modo di improvvisare (da troppi chitarristi “moderni” criticato) che si ispirava al “parlato”. Da lì ho capito che DOVEVO saperne di più su di lui. Così è cominciata la, devo dire, faticosa, ricerca della bellezza zappiana. Per caso acquistai l’ultimo suo disco, lo struggente, secondo me, The Yellow Shark: mi piacque tantissimo e ricordo che dissi a mio fratello maggiore (lui era più per i Led Zeppelin e i Deep Purple, quindi Zappa fu una mia conquista): “Ma questo è il mondo di oggi, qui si sentono i grattacieli”. Passione, curiosità e ingenuità continuarono a guidarmi nella ricerca (ed ora non è cambiato molto). Poi, a caso, comprai tutti i cd, allora, quando costavano ventisettemila lire. Molte volte pensavo di abbandonare, come quando acquistai We’re only in it for the money di cui non capivo affatto l’ironia e di cui quindi non mi interessava né piaceva nulla (e anche ora non lo ritengo, sinceramente, tra i migliori album), o quando acquistai (per poi, lo ammetto, rivendere, Thing-Fish). Oppure la difficoltà di accettare e comprendere tutti quei parlati registrati dal vivo (non ho mai imparato l’inglese). Ma con tutto il resto che per fortuna scoprii ho cominciato ad amarlo, a condividere e comprendere ogni mossa, ogni acuta critica, attraverso la musica e la comicità, verso non solo la “società”, ma verso la STUPIDITA’ e tutti i luoghi comuni, pericolosi direi, che essa genera. Difficile elencare i miei dischi preferiti, i miei assoli preferiti o altro: Zappa è, forse più di ogni altro -da un punto di vista musicale- nel rock, un MONDO. Credo che essere-un-mondo sia ciò a cui un artista deve puntare. Un mondo completo, che racchiuda male e bene, dinamiche, contrasti, cielo e mare, terra, fuoco, dolcezza, ironia, cattiveria. Questo è Frank. Pochi come lui, in altri modi, ce l’hanno fatta: forse Dylan, Prince, Bowie… i nostri Conte e Fossati… in altri modi! Ma cmq MONDI. Impossibile elencare? No, è solo che la freddezza di un elenco non può trasferire l’amore: eppure Frank Zappa si può omaggiare solo con se stesso: quindi ecco le mie cose preferite, in rigoroso disordine:

Black Napkins da Zoot Allures

Zappa in New York

Assolo di The Torture Never stops da You can’t do that on stage anymore sampler

Evil Prince da You can’t do that on stage anymore sampler

Willi the Pimp/My guitar wants to kill your mama da You can’t do that on stage anymore vol. IV

One size fits all

Overnite sensation

Roxy & Elsewhere

Guitar

The yellow shark

Penguine in bondage da The best band you never heard in your life

Any kind of pain da Broadway the hard way

Alien Orifice da FZ meets the mothers of prevention

Ship Ahoy da Shut up and play guitar

Sharleena in You can’t do that on stage anymore vol. III

e molto altro…

Grazie Frank perché non puoi avere imitatori ma solo FANS.

Per chi vuole onorare Frank con noi a Brescia

We’re only in it for Frank

 

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