8 poesie d’occasione

A te che prima di ogni altra cosa ci hai lasciati

Non sei stata il contrario della vita
in quella fulminea assenza d’eterno.
Fosti silenziosa luce e perfetta
inetta nel corpo figlia d’amore,
l’idea di un miracolo senza dio
puro pensiero, pura libertà.

 

La ragazza che stava ai tavolini

La ragazza che stava ai tavolini
lì messi fuori al bar della piazzetta
sarà perché l’inverno è morto ancora
si alza e va a pagare e quei movimenti
delle labbra sottili e delle spalle
mentre ignara di me parla all’amica
in quella giovane magrezza incidono
di voglia e affermazione quell’istante.
Potrebbe essere ovunque ed altrove:
lei sa rivivere insieme il passato
e ogni futuro che il nostro pensiero
sa immaginare per quei vividi occhi.

 

Per un anniversario di matrimonio

Siamo partiti due giorni
dopo le nozze
e il mare
mai mi aveva preso.
Eppure eravamo già
noi due
la schiuma, la sabbia,
quel calore.
A vent’anni al verde
al ventesimo in bolletta
al trentesimo squattrinati
al quarantesimo in crisi,
ma abbiamo fatto bene
a cambiare la cucina
che i baci non si contano ormai,
gli sguardi incontrati,
poter crollare la terra
sotto i piedi
e noi due ancora pronti.

 

Penso a quel calciatore che lanciava

Penso a quel calciatore che lanciava
in capo al mondo o in un altro universo
e ripeteva più volte la magia
per ritrovare il tocco del compagno
in corsa più veloce delle luci
conosciute in tutte le dimensioni.
Ed una volta la punta del piede
arresta e sceglie una storia possibile:
sarà solo un altro piccolo salto
e un rotondo destino ad invertirsi
e più volte su se stesso girarsi.
Poi arreso il portiere può raccogliere
nell’angolo della rete gonfiata
l’enigma della vita in un pallone.

 

Io vedo i volti di chi sta scappando

Io vedo i volti di chi sta scappando
nei riflessi dei vetri mentre sogno
di andare a Parigi a bere e cantare.
Le luci false del limpido agosto
la voce aguzza di una complice estate
come punte di frecce avvelenate
sfondano questa mia imbecillità.
Quei volti segnati dall’universo
arido dove tempo e spazio bruciano
hanno rugosi gli occhi al loro interno.
Le pieghe dure della pelle generano
mostri, grida, odio, disprezzo, pensiero
indelebilmente vano e smarrito.
Si ha il terrore di ogni sasso e animale,
si percorrono chilometri a piedi
verso sterminate terre d’altrui nulla.

 

Per un matrimonio

Settembre indifeso e complice
racchiude tutto e il suo contrario
come le ragioni dell’amore.
Nell’elenco dei sogni da svegli
si aggiunga una nuova voce:
essere ovunque in due
reciproco gioco, pensiero, ingegno.
La felicità è un impegno.

 

Albicocca

Steso al sole il tempo
sulla pelle tua chiara di albicocca
posa il calore
con una infinita carezza.

Noi sappiamo la dolcezza
sovrumana dei poeti
ma agli occhi chiusi del tuo piacere
chiedo l’implacabile lucentezza:
il non pensabile mistero
di ciò che è più nudo
e manifesto.

 

11 settembre

Intanto quei mucchietti
di polvere con le pagine
quei mucchietti nei tuoi occhi
come nella torre di fumo gli uomini
che salutano e sperano e si buttano giù.

Da sinistra a destra saltano e sperano
proiettili della prima volta
dei fantasmi che sperano ancora
sopra i sogni realizzati una volta
e non li fanno diventare ricordi.

© 2024 Giovanni Peli | Foto di Paolo Piccoli