Ho chiamato “candore” quell’attimo di innocenza in cui ogni uomo, non poche volte, si trova, senza sapere il motivo, a percepire, in un vuoto mentale ed in una sorta di sospensione anche fisica di tutte le sue attività, la presenza di un affetto per sé e per gli altri, una sorta di solidarietà generalizzata che gli fa sentire la sofferenza e il piacere della vita di ognuno.