Poiché me l’ha gentilmente concesso, vorrei condividere con voi queste parole che lo scrittore Massimo Morasso ha dedicato al mio romanzo Il candore, da pochissimo pubblicato da Oedipus:
Così com’è costruito, a brevi capitoletti che si inseguono in una logica narrativa a spirale, Il candore si offre alla lettura come un piccolo capolavoro di esercizio dello “staccato”. E parlo di staccato non a caso, poiché Peli, da musicista qual è, sa benissimo che negli strumenti a fiato lo staccato si esegue con l’azione della lingua, che interrompendo il flusso d’aria, consente di pronunciare ogni singola nota. E da scrittore qual è sa altrettanto bene, invece, che un libro, in fondo in fondo, non è che il frutto di una “strumentazione” interiore fatta di un mix di fantasia e ars retorica atte a testimoniare sulla pagina ciò che non si sbaglia a definire un ritmo del respiro. Ecco, a me sembra che il microcosmo popolare che anima e dà corpo a questa prosa breve ma di ampio respiro, appunto, riesca a far ciò che i personaggi di tanti romanzi o racconti molto più ambiziosi per “tono” e costruzione proprio non sanno. Riesca a dar voce intrigante e molto naturale, cioè, alla natura corale della storia (o per meglio dire, delle storie che via via si susseguono intrecciandosi in corso di lettura), riuscendo, al contempo, a far risaltare all’orecchio attento e letterariamente coltivato la tenuta timbrica di ciascuna nota.
M.