La voce in fondo, da La vita immaginata, tradotto in giapponese

La vita immaginata

La voce in fondo, da La vita immaginata, tradotto in giapponese

Un brano da La vita immaginata tradotto in giapponese da Atsuko Azuma che lo riporta sul suo profilo Fb.
« Si vedono ancora chiaramente le ridicole montagne, ma nella sera spariranno le insistenti rocce e inesistenti, frantumatesi e fattesi sabbia, volteggiate fino al mare immane. Rocce con la loro sconsideratezza lapidaria, con la loro irrazionale ripidezza, nel punto in cui gli incastri dei macigni asimmetrici chiudono al pubblico le caverne del petto peloso, e le cascate stupide e ghiacciate e le sconcezze del marmo, scioltosi sulla pelle non ancora malata, e per nostra volontà scioltosi in un mare immedicabile, spesso bollente. Al cospetto degli alberi, gli stolti alberi, in piedi ancora, nel loro ciclo di morte e rovina che resistono, i rancorosi alberi al cui cospetto consumammo il più intenso piacere, muto dei nostri progetti, muto di ogni rappresentazione, che lasciasse morire la parola in gola e una buona volta lasciasse le voci cadere in fondo
E se fosse verità quella nota mai emessa?
E fosse impronunciabile questo suono in fondo?
Non parlo da mesi e tutto è finito nel buio.
L’aria contiene il veleno.
Il contenuto di verità del buio »
– Giovanni Peli, La voce in fondo, in LA VITA IMMAGINATA
愚にもつかない山々はまだくっきりと見えてはいるが、晩になるとその頑として動かぬ巌は消え去り、もはや実在しないように、砂と砕け、広大な海へと舞い飛んでゆくのだろう。碑石のように何事も意に介さない、理不尽なまでに嶮しいその佇まいは、巌に嵌め込まれた歪な巨石やらが、中の窺い知れない洞を塞いでいるようで、かたや、おろかにもそこで凍りついた瀑布やら、淫らな大理石が、まだ傷んではいないその岩肌の上に溶け出し、僕等が望む通り、やがて、癒されることのない、ときおり煮えたぎる海へと流れ込むのだろう。僕等は木々を前にして、いつものように巡りくる死と破滅に抗いながらも立ちすくんだ木々を、戯けたようで恨みがましい木々を前にして、僕等は、これ以上ないほど激しい快楽を貪り、自分達の考えについても、他の心象についても黙したまま、喉の奥で言葉が死に至り、それきり、声が内奥に落ちてゆくに任せた
それにしても、その発せられない音色が真理であるとすれば。
その内奥の響きが言葉にはならないものだとすれば。
僕は数か月前から話をしていない。一切は闇に葬られた。
大気は毒を孕んでいる。
闇の真理の内実を。
– ジョヴァンニ・ペーリ、「内奥の声」、『想像の生』より

Atsuko Azuma

ha tradotto in giapponese E. Sottsass, “Scritto di notte” (2010, Adelphi; 2012, Kajima Institute Publishing, Tokyo) e R. Calasso, “Le nozze di Cadmo e Armonia” (1985, Adelphi; 2015, Kawade Shobo Shinsha, Tokyo); è coautrice della traduzione in italiano di Higuchi Ichiyō, “Nigorie” (1895; Acque Torbide, 2015, Jouvence) e di Mori Ōgai, “Kanoyōni” (1912; Come se, 2015, Jouvence)

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