Fermate la produzione! Sul Giornale di Brescia

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Fermate la produzione! Sul Giornale di Brescia

Enrico Danesi scrive dell’ultimo libro di Giovanni

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Trascrizione:

Conquistato dalla letteratura che narra di mondi alternativi, il prossimo 24 gennaio Giovanni Peli pubblica il romanzo breve “Fermate la produzione! 2078 ricordi di un arboricolo” (Calibano Editore, 90 pagine, 10 euro).

Il poliedrico artista bresciano – il quale vanta un’ampia produzione che spazia dalla poesia alla narrativa, alla canzone d’autore al teatro – era approdato quasi per caso alla fantascienza distopica nel 2020, realizzando l’arguta satira “Sulla soglia” con Stefano Tevini, assiduo frequentatore del genere. Sperimentate le possibilità espressive offerte dalla collocazione di una storia dentro universi in apparenza distanti dalla realtà attuale, Peli ha proseguito sulla medesima rotta. La vicenda si svolge nella seconda metà del XXI secolo e ruota intorno a un protagonista senza nome, che è stato un eversore indomito quando c’era da cambiare il  mondo, prima che andasse incontro al disastro ecologico.

Ora che il collasso è in corso, le tardive misure adottate dalle autorità per attenuarne gli effetti vanno nella direzione che il nostro ha sempre sostenuto; arrestare la produzione, contenere ii consumi. I provvedimenti governativi arrivano addirittura oltre, spingendo la popolazione una vita iperconnessa, amorfa e virtuale, in cui ogni azione reale è ridotta al minimo. Per il nostro(anti)eroe ciò non è tuttavia abbastanza, per cui la sua lotta adocchia obiettivi estremi, sotto forma di un ritorno “bestiale” alla natura, consapevole in principio ma poi fuori controllo. Tutto ciò mentre riaffiora l’antico amore verso l’irriconoscibile Anna – un sentimento prima flebile, quindi sempre più urgente – dispiegando la sua potenza salvifica e dannatrice, la sua capacità dii sconvolgere e al contempo schiudere orizzonti nuovi, come dispone la frase del mistico persiano Rumi citata in esergo. (“L’amore frantuma il cielo in centinaia di pezzi”).

La prosa di Peli è inesorabilmente poetica: vive di illuminazioni, sovrapposizioni, ellissi: gioca con il tempo e la pregnanza frammentata della trama: suggerisce stati d’animo invece che servire verità, delineando un possibile che ci riguarda da vicino. L’autore si diverte ad accostare gli opposti, racconta con una punta di sarcasmo la regressione intellettuale che si accompagna a una felicità estatica, il risveglio delle coscienze che sfocia nell’irrilevanza pratica. E cii regala un finale aperto ed elegiaco nel quale perderci.

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© 2024 Giovanni Peli | Foto di Paolo Piccoli