Recensione pubblicata su Versante Ripido l’1 ottobre 2013, a cura di Luigi Paraboschi
Con pazienza, procedendo a volte anche lentamente perché la scrittura di Peli (specie nella prima parte del suo volume) dà al lettore quella sensazione di volutamente ripetitivo ed a volte intricato nel suo divenire, sono arrivato alla fine delle numerose poesie che costituiscono il volume dal titolo Il passato che non resta e la mia reazione istintiva è stata di correre nella libreria e cercare il volume di Pavese Lavorare stanca ove ho ritrovato ciò che cercavo nella poesia I mari del sud…
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